Pensavo
che alla Poesia fossi assente
che ti interessassi
a cose più importanti – che so io –
la teologia la storia
l’attività il diritto
la contemplazione l’eterno
eccetera.
Pensavo
che tu li tollerassi i poeti
che li guardassi dall’alto
con una specie di compatimento
perché tu solo sei l’immenso il santo
l’importante
il concreto
Pensavo
– vuoi vedere
che è geloso
del canto dei poeti
dei musici e di ogni altra cosa
di quaggiù
e che noi
quando guardiamo
le nuvole ritenga un sotterfugio –
Ti rubiamo del tuo?
Siamo dunque
un intrigo di roba occasionale
di sogno e di cielo e di abisso
un alchimismo di sbadiglio
e sonno
contraltare rivale
improvvisato?
Pensavo.
Però quando tu dici
– Amica mia
vieni – o – svegliatevi arpa e cetra
voglio svegliare l’aurora –
o – ti darò un nome nuovo
che io solo conosco –
allora
(sono queste le stesse mie parole
che dico all’amico)
allora
i miei conti non tornano più.
Forse
se non fossi tu stesso un Poeta
non le potresti dire queste cose
e meglio e prima.
14.1.2007