Don Giovanni Zorzoli nasce a Casoni dei Peri, vicino a Mortara (PV), il 13 settembre 1927 da Camillo e Giuseppina Zorzoli.
Vive i suoi primi anni in campagna. E’ dotato di una grande sensibilità, di viva intelligenza e già da piccolo nutre diversi interessi: lo studio della natura, della musica e della pittura. I genitori lo iscrivono all’Avviamento Professionale; al termine della scuola Giovanni aiuta il papà in campagna, ma non è certo il suo lavoro. Si iscrive al liceo classico a Pavia e frequenta il ginnasio, tuttavia la guerra non gli permette di proseguire gli studi. In seguito, si iscrive come privatista al Liceo Scientifico a Mortara, ma dopo la maturità scientifica Giovanni sceglie il sacerdozio. Frequenta il Seminario di Vigevano, ma la sua ipersensibilità lo fa cadere in un esaurimento nervoso, pertanto viene rimandato a casa per curarsi: don Gilio Savini, il suo parroco, lo segue con affetto.
“Sono vissuto allo stato brado: vivevo tra lucciole, rane, rospi….”
Madre Anna Bandi, cofondatrice delle Suore dell’Immacolata Regina Pacis insieme al Beato Francesco Pianzola, lo aiuta spiritualmente ed economicamente ad andare a Roma da don Cappello, che lo incita a proseguire gli studi sacerdotali.
Ritorna in Seminario, dove lo aspetta un’altra prova: non convinti della sua vocazione e titubanti per la sua ipersensibilità, i superiori lo portano da Padre Gemelli all’Università Cattolica perché sia sottoposto ai test psico attitudinali, a seguito dei quali non viene dichiarato idoneo alla vita sacerdotale: scarsa socializzazione, poca inclinazione agli studi sacri; a questo punto è quasi naturale che sopraggiunga un altro esaurimento.
Madre Anna interviene: lo manderà a Portovenere, dove le suore lo coinvolgono nei piccoli compiti dell’apostolato, facilitando la sua guarigione.
Ritorna in Seminario e, su consiglio del vescovo Mons. Barbero, si affida ad un medico di Mortara, il dottor Ferrari: questi risolve l’esaurimento con una cura adeguata.
Viene ordinato sacerdote ad Ottobiano (PV) il 26 giugno 1955.
Fondamentale nella sua vita fu l’incontro con Padre Pio. Un amico lo invita a Firenze a vedere gli Uffizi: don Giovanni accetta, ma la Galleria è chiusa a causa del 25 aprile e così l’amico lo esorta a proseguire verso San Giovanni Rotondo. Don Giovanni accetta e si prepara ad una rigorosa confessione ma Padre Pio gli rifiuta l’assoluzione e lo invita a fare degli esercizi spirituali chiedendogli: “Che vuoi fare, il macellaio di Dio?”. Don Giovanni, punto nel suo orgoglio, torna a casa ripromettendosi di non tornare mai più dal frate cappuccino. Dopo la morte del santo, avviene la riconciliazione, attraverso locuzioni interiori in cui Padre Pio gli assicura il suo bene e la sua protezione per sempre: come il santo cappuccino don Giovanni riceverà da Dio alcuni doni mistici che lo aiuteranno nel suo apostolato, tra cui il dono dell’introspezione dei cuori e della profezia.
Il suo primo incarico è a Vigevano al Cascame, dopo viene inviato ad Alagna per sei mesi: qui trova il tempo, dopo il suo instancabile apostolato, di inforcare la bicicletta e recarsi in campagna a dipingere. Poi viene mandato a Travacò Siccomario e, in seguito, diventa coadiutore del suo parroco don Mario Calvi a Garbana.
Seguono gli anni che don Giovanni definisce i più belli, a Lomello, solo due.
Nel 1964 viene destinato a Mortara, prima come vicario della basilica di San Lorenzo (di cui sarà nominato canonico onorario), e dal 1984 a Santa Croce, dove rimarrà fino alla morte. Non volle mai essere parroco, per umiltà. Per molto tempo è assistente spirituale degli Scout, formando diverse generazioni di ragazzi. Insegnante nelle scuole medie di Mortara, accanito lettore, amante e grande conoscitore della musica classica, attratto dalla pittura e da ogni tipo di creazione artistica, è profilico autore di disegni a matita e carboncino, dipinti ad olio, acquerello, tempera e sculture, soprattutto di caricature di musicisti, filosofi, scienziati e letterati. La sua passione per l’arte e soprattutto per la musica lo porta in contatto anche con i grandi intellettuali del suo tempo e con illustri musicisti: realizza alcune caricature per Herbert von Karajan e, in cambio, il maestro gli fa dono di una sua preziosa bacchetta.
Ha sempre dato la sua generosa disponibilità per raccolte fondi a scopo benefico, prestandosi volentieri a recitare in commedie dialettali, sempre con dedizione e grande preparazione.
Don Giovanni è noto per la sua importante attività di esorcista: numerose persone giungevano a lui da tutt’Italia e dall’estero, spesso con casi molto difficili.
Muore a Mortara l’11 ottobre 2015, lasciando un grande vuoto all’interno della comunità, dopo aver formato generazioni di giovani, credenti e non credenti.
a cura di Pia Dell’Acqua
“Una coscienza ben formata sente dentro di sè il suggerimento dello Spirito Santo sulla scelta di un comportamento, sulla bontà di un’ispirazione.”
“Tutto per mezzo tuo, o cara Madonna”