IL DISCERNIMENTO DEGLI SPIRITI

S. Paolo, nella prima Lettera ai Corinzi (12, 4-11), fa l’elenco di alcuni carismi che lo Spirito Santo dona alla Chiesa. Che cosa sono? Sono dono gratuito di grazia concessi da Dio agli uomini in edificazione della comunità cristiana. Si distinguono dai Sette Doni dello Spirito Santo, che servono per la santificazione personale.
E il Discernimento degli Spiriti che cos’è? Una nota della Bibbia (traduzione letterale, Ediz. Paoline) lo definisce così: la facoltà di riconoscere e valutare giudiziosamente persone ed eventi alla luce del principio religioso. E’ considerato un grande dono di Dio. Essendo l’uomo dominato dallo spirito, sia buono sia cattivo, è necessario avvertire la presenza di questo spirito e agire di conseguenza.
Tale facoltà nell’Antico Testamento permetteva di riconoscere i veri dai falsi profeti, e nel Nuovo Testamento consisteva nel riconoscere la potenza dello Spirito di Dio nella predicazione e nell’opera di Gesù.
S. Paolo insisteva sulla necessità di discernere gli stessi carismi.
Nella vita cristiana è necessaria un’attenzione sempre desta nel seguire le vie del Signore. Una coscienza ben formata sente dentro di sè il suggerimento dello Spirito Santo sulla scelta di un comportamento, sulla bontà di un’ispirazione: se sono buone o se non sono buone, cioè se sono suggerite dal Maligno, che è ingannatore, il confessore o il direttore spirituale confermerà o meno la veridicità del suggerimento interiore del fedele col suo personale discernimento, datogli da Dio per l’esercizio del suo ministero pastorale. Non è dono esclusivo dei sacerdoti, in quanto lo Spirito lo effonde anche sui fedeli laici, es. quando aiutano il prossimo col consiglio, la testimonianza cristiana, nella conduzione di un gruppo ecclesiale, ecc., sostenuti sempre dalla preghiera, dalla riflessione, dalla ponderazione.
Il carisma del discernimento degli spiriti trova particolarmente la sua applicazione nell’amministrare il sacramentale dell’esorcismo, riservato ai soli sacerdoti autorizzati dal vescovo. In tale occasione è veramente, come dice il nome, un discernere, un riconoscere se un soggetto è dominato dall’azione di uno spirito cattivo, un diavolo, oppure se si tratta solo di un’apparenza: cioè, se invece di un’ossessione o di una possessione diabolica, si tratti di patologia psichica, di iperimpressionabilità (come conseguenza, talvolta, di incaute comunicazioni con l’occulto), di autosuggestione, di isterismo. Oltre ad usare il discernimento, il sacerdote esorcista è bene che si serva dell’azione congiunta di uno psicologo o di uno psichiatra credenti, esperti di questi fenomeni; e affidare il soggetto – in caso negativo – alle loro cure.
A questo proposito, tra parentesi, non si deve credere che ci sia un’invasione di casi bisognosi di esorcismo (i casi veri sono relativamente rari), e nemmeno si deve respingere la realtà dell’esistenza e dell’azione vessatoria sugli uomini di questi spiriti cattivi. Gran parte del nostro popolo ha perduto la fede viva e, come conseguenza, in forma inversamente proporzionale, ha dato spazio alla superstizione, con una fiducia quasi illimitata nei maghi, nei cartomanti, negli oroscopi, nella comunicazione con l’aldilà. Questo favorisce l’azione – almeno indiretta – del diavolo nei singoli e nella società, con un peggioramento della vita cristiana e un diffuso senso di scontento e di sfiducia nella vita, oltre al trionfo dell’egoismo.
La Madonna, però, schiaccerà sempre il Serpente e salverà, col concorso del “piccolo gregge”, l’umanità; e i carismi, dono dello Spirito di Dio, frutto del Sangue di Cristo, insieme con i Sacramenti, santificheranno la Chiesa del Padre.